Raccontata dal nostro presidente onorario Andrea Di Iulio
Febbraio, il mese dei cioccolatini, rose rosse e cuoricini, il mese in cui viene celebrato l’amore in tutte le sue forme. Noi spesso vi presentiamo la storia della nostra Associazione come una Grande Storia d’Amore e ci sembrava questo il mese giusto per raccontarvela insieme al primo grande innamorato, a chi ha dato davvero il via a questa relazione, il nostro presidente storico e onorario Andrea Di Iulio.
Quella con il presidente è stata una piacevole chiacchierata che ha riportato alla mente momenti divertenti ed emozionanti del passato della nostra Associazione, proveremo a raccontarvela con le sue stesse parole.
Buon viaggio.
-Presidente, spesso diciamo che la storia della nostra Associazione è una Grande Storia d’Amore. Com’è nata lo sappiamo: come ci ha raccontato l’attuale presidente nello speciale di gennaio, una macchina carica di 4 amici parte alla volta di Narni per imbarcarsi in questa nuova e affascinante avventura, ma qual è stata la scintilla vera e propria? Com’è nato l’interesse?
“L’interesse è nato sulla nostra piazza: anno dopo anno vedevo gli Sbandieratori di Narni esibirsi durante la rievocazione del Mastrogiurato. Le loro esibizioni mi hanno sempre affascinato, ma in un anno particolare ho percepito qualcosa di diverso: era previsto un cambio di passo per la Rievocazione e gli Sbandieratori di Narni sapevano che quella sarebbe stata la loro ultima esibizione a Lanciano. In quell’anno io portavo il gonfalone del quartiere Civitanova, e forse per il primo anno riuscivo a vedermi lo spettacolo in prima fila. Quella è stata un’esibizione che ha lasciato il segno: Roberto Pei, presidente degli Sbandieratori di Narni, disse che voleva lasciare un pezzo di cuore in questa città che per anni li ha ospitati e posso dire che ci sono riusciti. È stato proprio vedendo l’impegno e la dedizione di quei ragazzi che hanno dato il massimo per creare uno spettacolo perfetto che mi sono chiesto “ma perchè non creare un’Associazione di Sbandieratori nostra?” . Nei giorni seguenti abbiamo cominciato a cercare foto e VHS e da lì poi non ci siamo più fermati.”
– E già lì sapevi che sarebbe diventata una storia d’Amore? L’avresti definita così già allora?
“No. Quella forse era pura passione per il Medioevo. È diventato amore dopo, con il tempo, con l’impegno: stare insieme a costruirsi i piombi, a cucirsi le bandiere partendo dalle lenzuola di Padre Egidio.. Credo che il vero amore sia nato l’anno successivo, il vero amore, l’amore passionale. Perché da lì, con Antonella e Manuela che hanno disegnato la prima bandiera, abbiamo capito che volevamo fortemente impegnarci per questa città.”
– Bene. Sappiamo che c’è molto da raccontare su 25 anni di Associazione, storie, avventure, racconti.. Ma se dovessi scegliere, qual è il ricordo più emozionante?
“Il più emozionante è stato quando mi hanno fatto uno striscione per i 10 anni dell’Associazione. Io non ho mai portato lo stendardo in uscita, quel giorno avevano deciso che lo stendardo dovevo portarlo io, dovevo aprire io il corteo. Non capivo tutta questa determinazione dei ragazzi finché non sono arrivato in piazza e ho visto lo striscione con la mia foto e la scritta “Grazie Presidente per questi 10 anni”. In quell’occasione mi hanno lasciato totalmente senza parole. Sono sempre stati bravi a camuffare le sorprese, soprattutto Andrea D’Amario. Non avevo idea di ciò che stessero preparando e lì mi hanno davvero reso felice. Venivamo da una storia faticosa: in quei primi 10 anni anni avevamo fatto di tutto, cucire, incollare.. In quel momento eravamo arrivati a comprarci il nostro vestito storico, gli stivali, le cinte.. Stavamo prendendo una forma nuova ed il fatto che mi avessero dato questo valore e questa importanza mi ha lasciato senza parole. Il resto del corteo ovviamente l’ho fatto piangendo.”
– E qual è stata l’uscita che ti ha più entusiasmato?
“Ce ne sono davvero tante da raccontare, la prima che mi viene in mente è l’esibizione a Trento. Una bellissima esperienza che ci ha segnato anche a livello di gruppo: un viaggio lungo con persone nuove appartenenti al gruppo storico di amici della Cavalcata dell’Assunta, un’occasione perfetta per i nostri ragazzi per legare e conoscere realtà simili ma profondamente diverse. Siamo stati accolti in maniera eccelsa e la piazza ci ha dato un calore che mi ha davvero riempito il cuore.
Ma non è l’unica, tante sono state le piazze emozionanti: Ascoli Piceno, Avellino, Milano quando siamo andati a sbandierare alla BIT! Siamo partiti in mattinata, arrivati a Milano, caffè, esibizione e siamo ripartiti! Un viaggio stancante ma davvero bello. Impossibile non citare la volta in cui siamo andati alla Disfida di Barletta, una manifestazione profondamente sentita dalla città. Questa nave enorme che si muove, le mura del castello.. veramente molto bello.”
– Fino a qui siamo rimasti sempre sul territorio nazionale. In 25 anni credo che non sei mancato a nessuna uscita all’estero, la tua preferita?
“In Ungheria ho lasciato un pezzo del mio cuore, senza dubbio ma anche sbandierare al Columbus Day a News York è stata una grande emozione! La manifestazione è sentita e senti l’affetto e il calore del pubblico nei confronti di noi italiani. Il giorno prima della sfilata abbiamo avuto l’onore di suonare nella Grand Central Terminal, la storica stazione centrale. Un’emozione fortissima, i tamburi risuonavano così bene fra quelle mura che sembravano amplificati! Avevano così tante realtà intorno, così tanta grandezza che mi ha davvero stupito. Oppure Postumia, in Slovenia! Abbiamo sbandierato in una lingua di terra con il Castello di Predjama alle nostre spalle, uno scenario mozzafiato!
Ma ho davvero tanti bei ricordi in molte parti del mondo grazie a questi colori. Per esempio quando abbiamo lavorato con MTv Trip! Quando mi hanno chiamato, la prima cosa che ho detto è ‘Mi stanno prendendo in giro’, non potevo crederci! Eravamo convinti fosse una bufala! E invece no: sono arrivati Paolo e Luca con il carro funebre. Abbiamo girato queste scene all’interno del palazzetto del sport. Ci siamo divertiti molto. Scioccante vedere il retroscena, quindi tutta la macchina che si muove dietro una realtà televisiva.”
– Lunga è stata anche la collaborazione con la comunità montana nei primi periodi, possiamo considerare questa esperienza come un punto di svolta?
“Si, ma svolta perché avevamo modo e possibilità di crescere e reinvestire nell’associazione! Avevamo voglia e bisogno di migliorare le attrezzature per migliorare la qualità degli spettacoli che offrivamo. Forse proprio questa voglia, questo continuo stimolo a migliorarsi mi ha fatto fare l’ennesima pazzia! Durante un’uscita al Castello di Chiola mi sono assentato per un attimo e poco dopo sono tornato dai miei musici con due chiarine! E da lì, da un nuovo emozionato colpo di testa, è partita la nostra sezione dei fiati. Sono sempre stato un tipo così, che si muove d’istinto. Negli anni spesso abbiamo avuto discussioni, fraintendimenti.. È fisiologico: lo scontro ti fa crescere e migliorare. Perché queste cose le devi prendere a cuore. Perché se non la vivi pienamente una storia del genere non puoi capire. Dire “ci ho creduto” non è classificabile. Ci credo. Lo vivo. Mi impegno. Nonostante il tempo e i cambiamenti. Tutta questa storia ti segna. Prendi per esempio Marco Di Biase, tamburino che nonostante non faccia più parte del gruppo da molti anni quando ti risponde al telefono lo fa ancora con “Dicaa?”. Ma perché? Perché anni fa eravamo fermi in autogrill e volevamo un cappuccino, quando arriviamo al bancone il barman ci risponde “Dicaa?!”. Questa cosa così semplice ci ha fatto così ridere, ci ha così legato che ogni volta che passo lì davanti il pensiero va a quel momento, nonostante siano passati 15 anni.
Chi ama l’associazionismo, chi ama stare insieme e collaborare non lo fa neanche più per se stesso. Si, lo fai perché ti fa stare bene ma è anche e soprattutto una cosa che fai con gli altri e per gli altri. Le soddisfazioni arrivano dopo. Non fai una cosa per far vedere che… A noi è uscito tutto spontaneo. Quando siamo entrati nella sede in cui ora ci troviamo eravamo circondati da sporcizia, ci sembrava impossibile riuscire a ripulire tutto e a rendere vivibile. Eppure oggi, a distanza di anni siamo seduti proprio qui e tutto questo è possibile perché un gruppo di pazzi ci ha creduto fino in fondo.”
-E continua ancora:
“I momenti della vita cambiano: era necessario fare un cambio, dovevo lasciare posto al nuovo ma la vita all’interno dell’associazione non è relegata solo ed esclusivamente al periodo di attività. è stato veramente bello riunirsi con la storia durante il pranzo del venticinquennale. Sentir parlare Margiotta, vedere Domenico commuoversi, cosa che è successa davvero poche volte in tutti questi anni. Vivere un’associazione non è semplice ma è una cosa di cui non riesco a fare veramente a meno, motivo che mi ha spinto a buttarmi in questa nuova avventura del pattinaggio. Ma ad ogni messaggio che scrivete sul gruppo, ad ogni evento io sento dentro di me ‘devo andare, ci devo essere’. Non è una presenza forzata ma è istintiva, naturale! È questo che ti fa capire che stai vivendo ancora a pieno l’Associazione, questo richiamo viscerale che ti spinge. Però bisogna viverla a pieno perché a metà già non la vivi.”
– Se invece ti chiedessero di descrivere tutta la tua storia con l’Associazione in una sola parola, quale useresti e perché?
“Amore puro. Perché come fai a descrivere 25 anni di passione pura in una sola parola? Non è possibile se non dicendo ‘amore puro’. Sarà così anche nel tempo, anche con chi verrà dopo di voi e permetterà all’associazione di andare avanti io farò sempre la mia parte. Solo questo. Amore puro, punto.”
– E per concludere, qual è il tuo augurio per le future generazioni?
“Crederci. Buttarsi, non mollare. Seguire passo passo ciò che si fa e cercare di apprendere il più possibile. Nella mia parte di storia con l’Associazione non ho mai avuto la fortuna di avere un gruppo di genitori che supportasse l’attività. Ora c’è, è presente e da un valore aggiunto incommensurabile.
A voi che siete presenti ora tocca il compito di far appassionare chi verrà a questa realtà. Il vostro impegno si vede, è palpabile. Far conoscere ciò che si fa e la passione con cui lo si fa all’interno dell’Associazione. Sono dei colori che ti rapiscono, che non puoi dimenticare. Il vero grande augurio si racchiude in una frase che qualche anno fa avevamo ideato per una manifestazione: auguro a questa associazione di non cedere e di dipingere con i nostri colori il cielo di Tutti.“