09
- Novembre
2023
Posted By : Sara Martelli
10. Crescere insieme per migliorare se stessi

Bentornati al nostro speciale mensile: state per leggere l’intervista del mese di Ottobre rimandata a causa del lutto che ha colpito la nostra grande Famiglia. Abbiamo preferito rispettare questo momento di silenzio e ritardare di qualche giorno la pubblicazione di storie che parlano anche di lui, per poter sorridere insieme di momenti importanti che forse in passato sembravano pura quotidianità. Vi chiediamo scusa per il ritardo e vi auguriamo, come sempre, Buon Viaggio.


Bentornati cari lettori al nostro speciale in onore dei 25 anni di Associazione! Questa volta abbiamo un ospite speciale: Marco Di Biase che ci parlerà della sua esperienza nel gruppo Sbandieratori e Musici di Lanciano! Ci porterà quasi agli albori della nostra Associazione, ci mostrerà la crescita del nostro gruppo e ci racconterà tutti i suoi speciali ricordi legati a noi!

Ciao Marco, benvenuto! Raccontaci: chi sei? Cosa sei stato nel gruppo? Quali sono i tuoi anni di attività?

Ciao a tutti! Sono Marco Di Biase, sono stato un musico nell’Associazione Sbandieratori e Musici di Lanciano, dal 2003 fino al 2009 perché nel 2010 mi sono trasferito a Bologna causa lavoro, ho dovuto quindi smettere di divertirmi attivamente con il tamburo. Ho continuato però a seguire tutte le vicende dell’Associazione, anche grazie ai social.

C’è stato un periodo in cui ho provato a sbandierare, per cambiare, non ho avuto il tempo per continuare, sempre a causa del lavoro, ma ho trovato la bandiera molto affascinante.

Dama delle Chiavi · Ortona, 2004

Qual è l’esperienza o il ricordo più divertente che hai, legato all’Associazione?

Non c’è un ricordo ben preciso; ma ogni spostamento che facevamo per andare a esibirci in altre piazze era sicuramente uno dei momenti clou più divertenti, perché allo stesso tempo ti divertivi e ti concentravi nel momento giusto per uscire in piazza e dare il meglio di sé.

Qual è stato il momento più emozionante?

Sicuramente la mia prima uscita (a santo  Stefano di Sessanio): quel giorno Andrea D’Amario (attuale presidente dell’Associazione) mi ha chiamato alle due e mezza di pomeriggio perché un compagno era malato e dovevo quindi sostituirlo. Io avevo appena cominciato a provare, non pensavo potesse essere quello il mio momento per entrare in scena.

Un’altra uscita emozionante è stata l’8 dicembre 2005, siamo andati a sbandierare alla benedizione (da parte del Papa) dell’albero di Natale in Piazza San Pietro (Vaticano) e ricordo ancora il consiglio dell’ex presidente Andrea di Iulio che diceva “mettetevi i calzettoni sotto perché fa freddo!”, anche perché non avevamo gli stessi vestiti che avete adesso.

E, sempre nella stessa uscita, durante il tragitto ci siamo fermati in un autogrill a Carsoli. Era mattina presto, c’erano Andrea D’Amario e Andrea di Iulio, volevamo un semplice caffè e una ragazza di spalle che sembrava dolcissima si gira e urla: “DICAAA!”, siamo rimasti un attimo perplessi e questo ‘dica’ rimane ancora oggi.

All’epoca cosa ti ha spinto ad iscriverti?

Mi ha spinto un po’ la voglia del ritmo, del suonare, mi piaceva suonare la chitarra poi eravamo un gruppo in cui tutti venivano dallo stesso quartiere, stessa parrocchia, vedevo questo gruppo solido e bello formato, che si divertiva e allora mi sono detto ‘perché non vado a divertirmi anche io?’

Come hai visto crescere l’Associazione durante il tuo periodo di attività?

Nel mio periodo ho visto crescere l’Associazione sia a livello tecnico che professionale; quando siamo partiti eravamo un gruppo di amici che facevano tutto per divertirsi, non facevamo gare, ma solo semplici uscite per passare del tempo insieme, fuori dalla vita normale.

Successivamente abbiamo cominciato a pensare di alzare il livello, provare a fare delle competizioni, sfide, a testarci come Associazione e da lì siamo cresciuti sempre di più. E questa crescita si vede soprattutto nel risultato di ciò che siamo oggi.

Tenzone dei Quartieri · Lanciano 2007

Ricordi qualche competizione particolare?

Non ho mai fatto una competizione vera e propria. Abbiamo partecipato ad una mini-competizione ad Ancona, ma non era nulla di ufficiale. Poi con i miei mille impegni, lavoro, parrocchia, basket e musico non sono riuscito ad impegnarmi per portare avanti la parte agonistica.

Se diciamo Associazione qual è la parola che ti viene in mente?

Sicuramente CRESCITA.  C’è stata una crescita enorme, mi ricordo che siamo partiti con delle tutine in nylon che pizzicavano tantissimo. La crescita si vede anche nel modo in cui oggi entriamo in piazza, anche crescita a livello di numero.

Crescita a livello di allenamento, ai miei tempi ci allenavamo solo nel periodo estivo, dove c’erano più esibizioni, mentre oggi ci si allena per tutto l’anno. Già questo fa capire l’impegno che c’è dietro, più ti alleni e più migliori in ciò che fai.

Anche nella tua professione ti occupi di insegnamento. Ha influito la parte associativa in questo?

Sì, certamente. Adesso il mio lavoro è quello di trainer e formazione ai nuovi ingressi e leader aziendali, la parte di offrirmi agli altri mi è sempre piaciuta. Per alcuni anni, infatti, io e un’altra ragazza eravamo responsabili dell’insegnamento del battente, perché si comincia con quello; eravamo 20 tamburi in una stanza, alquanto piccola, non avevamo nemmeno l’insonorizzazione ai tamburi. Che casino che c’era! Però era un gruppo che seguiva e quelle persone a cui insegnavo sono rimaste e sono diventate anche loro cuore della crescita di questo gruppo.

C’è qualcosa che non hai fatto e che ti penti di non aver fatto?

Un mio grande rammarico è il non aver fatto uscite all’estero. Prima c’erano uscite a Visegrad (Ungheria) o in Francia. Nel 2003 mi sono perso New York, avevo già tutto pronto, biglietto, passaporto ma poi fortunatamente o sfortunatamente mi ha chiamato un’azienda di lavoro, sono stato subito assunto e non potevo chiedere dei giorni per andare a New York.

Festa dei Quartieri · Lanciano 2006

Essendo il mese di ottobre, periodo di ‘dolcetto o scherzetto!?’, zucche, ragni e fantasmi, qual è stata la tua uscita da paura?

Sicuramente tutte quelle di Petroro, sia perché era bello andare lì (un borgo splendido) e sia perché era faticosissimo specialmente con il tamburo, con tutti gli scalini che c’erano!

Consiglieresti il gruppo SML ad un ragazzo e se sì perché?

Lo consiglierei perché adesso è un’Associazione educativa a 360 gradi. Prima era molto più di tipo amichevole, adesso si può scegliere come alternativa ad uno sport, ci si allena quasi tutti i giorni o se si preferisce la musica ci si può indirizzare alle chiarine o ai tamburi, anche se bisogna studiare, imparare e soprattutto si deve sbagliare.

Cosa diresti ad un ragazzo che si sta adesso avvicinando a questo mondo?

Direi sicuramente di provare, di buttarsi, soprattutto se vi piace il senso del gruppo, di comunità, non ci sono solo le uscite, ma anche cene, tombole, allenamenti. Quindi direi di buttarsi senza il pregiudizio di ‘non so tenere una bandiera’ o ‘non so suonare’ ma provare per vedere che ci si diverte.

C’è qualcosa che ti manca dell’associazione?

Mi manca l’emozione di stare sotto i bastioni e uscire in piazza. Mi manca tanto vedere la torre, l’ho fatta anche io con i musici ed è bellissimo vedere che oggi viene fatta come se fosse una cosa normalissima. Mi manca il brivido della piazza e vedere il gruppo che fino ad un secondo prima si divertiva, scherzava e giocava ma nel momento in cui stavamo per entrare diventava subito concentrato e pronto per la piazza che aveva di fronte.

In una parola come descriveresti il momento che precede l’entrata in piazza?

Ascolto. C’era sempre qualcuno che parlava in quel momento, ci dava istruzioni o ci motivava a dare il nostro meglio. C’era sempre uno dei due Andrea che parlava in quel momento e l’ascolto mi faceva entrare nella concentrazione.

Quali sono le tue intenzioni collaborative con l’Associazione?

Purtroppo, essendo a Bologna, non posso fare molto attivamente. Vorrei sicuramente rifarmi una suonata, un’uscita con tutti. Poi chissà se prima o poi ci rincontreremo. Lo spero davvero.

Ci avviciniamo alla conclusione, hai un augurio da fare all’Associazione?

L’augurio che mi viene in mente è di continuare a CRESCERE, di continuare ad alzare l’asticella, a sfidarsi perché solo in quel modo si migliora e verrà premiato chi ci ha creduto a suo tempo.

Ringraziamo di cuore Marco Di Biase per averci fatto fare un tuffo nel passato e per averci mostrato tutta la sua passione e l’amore che ha dedicato alla nostra Associazione! Speriamo di rincontrarci presto!

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